Monastero di San Salvatore al monte Amiata
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Il monte Amiata è un gruppo montuoso di origine vulcanica sito nell’Antiappennino toscano, nell’area compresa tra le province di Grosseto e di Siena. Abitato sin dalla preistoria e considerato luogo sacro dagli etruschi, vi fu eretto alla metà del secolo VIII il monastero benedettino, attorno al quale si è venuto sviluppando il borgo di Abbadia San Salvatore.
Secondo il breve racconto (secolo XI) della Fundatio monasterii S. Salvatoris Montisamiati, a fondare il cenobio sarebbe stato nel 743 il re longobardo Ratchis a seguito di una serie di eventi miracolosi: in realtà esso nacque per iniziativa dei fratelli friulani Erfo, Marco e Anto, i quali ricordarono l’occasione in una carta del 762, quando l’ente era ancora in fase di costruzione. Per la sua strategica collocazione da subito fu fortificato e gli fu assegnato il controllo feudale dei territori amiatini estesi dal monte fino al fiume Praglia, area percorsa dalla via Francigena.
Nei secoli successivi il potere e l’importanza del monastero crebbero e ciò portò appunto alla nascita del borgo, pure fortificato: all’inizio del X secolo i suoi possessi si ampliarono all’area laziale, in Val d’Orcia, in Val di Chiana e nel Viterbese rimanendo fino all’epoca dei sovrani Svevi sotto la tutela imperiale, benché il cenobio poté godere di una autonomia completa in ambito sia giuridico sia religioso. Tuttavia, già alla fine del secolo XI si avviò il conflitto con la potente famiglia degli Aldobrandeschi, che cominciarono a edificare centri fortificati nei territori abbaziali nonostante le rimostranze dei monaci: in tale maniera, molti possedimenti monastici passarono sotto il controllo della famiglia.
Dal secolo successivo il potere dell’abbazia fu ulteriormente ridotto dagli stessi abitanti di San Salvatore, i quali rivendicarono l’autonomia dal monastero: in particolare, sotto l’abbaziato di Rolando il cenobio dovette cedere terre e diritti alle autorità borghigiane, tra le quali l’elezione dei rappresentanti del comune, compreso il podestà. Nel 1228 papa Gregorio IX trasferì il monastero ai cisterciensi nel tentativo di arrestarne il declino ma nel 1265 tutta l’area cadde sotto il dominio di Siena, quindi del granducato di Toscana fino alla soppressione del 1782, con la privatizzazione dei suoi terreni, per volontà del granduca Leopoldo II nell’ambito della sua politica giurisdizionalista. La chiesa fu ridotta a parrocchia e così rimase fino al 1939, quando i cistercensi poterono ritornare operando importanti lavori di restauro sull’edificio.
ANALISI FORMALE
Della primitiva strttura del monastero non si possiedono reperti, salvo la cripta edificata nel secolo VIII. La Chiesa monastica fu riedificata dall’abate Winizzo in stile romanico e consacrata nel 1035, quindi ancora modificata a metà del secolo XVII secondo i canoni della Controriforma: tali mutamenti sono stati rimossi negli interventi del 1925. Attualmente la basilica presenta una stretta facciata affiancata da due torrioni con un corpo rialzato sovrastante il vestibolo. La struttura è a croce latina con un’unica navata di stile romanico, del quale costituisce probabilmente il primo esempio nel Senese. Ai lati dell’entrata si ammirano due acquasantiere del ’500 mentre l’interno, in pietra spoglia, dà all’ambiente un senso di sobria austerità.
Il presbiterio, sopraelevato e un tempo riservato ai monaci, presenta tre archi concentrici decorati con dipinti di Francesco e Annibale Nasini (secolo XVII) raffiguranti rispettivamente la vita e la regola di san Benedetto e i quattro evangelisti, i dodici apostoli e i Dottori della Chiesa. Nella parete di fondo del coro sono riprodotte delle sante cistercensi mentre nelle finestre a bifora vi sono immagini di papa san Marco, patrono del paese, e del Cristo Redentore, eseguite nel 1961.
L’altare maggiore è affiancato da due armadi secenteschi contenenti reliquiari dei secoli XVII-XIX ed è sormontato da un crocifisso ligneo policromato della fine del XII secolo che rappresenta il Christus Triumphans«, secondo la tradizione scolpito nel XII secolo da un pellegrino proveniente dal monastero di Vezelay seguendo lo stile della scultura romanica borgognona. Si deve invece ancora al Nasini il Martirio di San Bartolomeo.
All’interno della chiesa si trovano, infine, tre cappelle affrescate: in quella del Santissimo Salvatore, in particolare, è riprodotta la leggenda di Ratchis e l’effige di san Marco papa, entrambe di Francesco Nasini.
Alla cripta si accede tramite delle porte di fianco alla scalinata che porta al presbiterio: presenta 35 colonne con capitelli, 24 delle quali sono originali, di forme singolari e diverse, ricche di motivi vegetali e figure zoomorfe e simboliche.
Il chiostro si trova nella parte sinistra dell’abbazia, contrariamente alla tradizione cistercense, che lo vuole posto a destra. Dopo la soppressione tutta la zona fu occupata dagli abitanti, che l’adibirono a case, stalle e ripostigli, e una buona parte crollò per l’incuria. La comunità cistercense, dopo i restauri della chiesa, lo ha ripristinato a partire dagli anni ’70.
Nell’ala orientale del chiostro è collocato il Museo di arte sacra, che conserva reperti preziosi tra i quali il Cofanetto scoto-irlandese (reliquiario dei secoli VI-VII), una copia della Bibbia Amiatina (692) il cui originale è oggi alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, la casula di san Marco papa (secoli VII-IX) e il suo reliquiario (1381).
ROBERTO BELLINI
Información de la localidad
Monastero di San Salvatore al monte Amiata
Altri monumenti e luoghi da visitare | Chiesa di Santa Croce, Chiesa di Sant’Angelo, Palazzo del podestà, Palazzo del popolo, Chiesa di San Leonardo, Chiesetta dell’Ermeta, Parco museo minerario, Grotta dell’Arciere |
Eredità naturale | Monte Amiata e area circostante Terme di San Filippo |
Ricreazioni storiche | |
Festival Of Tourist Interest | Fiaccole di Natale (vigilia di Natale) Giudeata (processione del Cristo morto, Venerdì Santo) |
Fiere | |
Ufficio Turistico | www.abbaziasansalvatore.it |
Guide specializzate | No |
Visite guidate | Sì |
Alloggi | Numerosi B&B, hotel e appartamenti privati nel borgo |
Ristoranti | Numerosi punti di ristoro nel borgo |
Mestiere | |
Bibliografia | |
Videos | |
Sito web | Ver en Wikipedia Ver en Wikipedia www.cistercensi.info www.toscana.info www.tuscanypeople.com |
Monumento o luogo da visitare | Monastero di San Salvatore al monte Amiata |
Stile | Romanico e rinascimentale |
Tipo | Architettura monastica |
Epoca | XI-XVII secolo |
Stato di conservazione | Buone |
Grado di protezione legale | |
Indirizzo di posta | Via del monastero 28, 53021 Abbadia San Salvatore (Siena) |
Coordinate | 42°52′56.79″N 11°40′34.14″E |
Proprietà, dipendenza | Congregazione cistercense di San Bernardo in Italia |
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti | Visita guidata |
Esigenze di conservazione | |
Orari e condizioni di visita | Abbazia 8-19 (inverno), 8-20 (estate) Museo sabato-domenica 10-12, 16-19 luglio-agosto: 10-12, 16-19 tutti i giorni salvo lunedì aperture straordinarie per festività e per gruppi |
Importo del biglietto | Offerta libera |
Lavori di ricerca in corso | |
Accessibilità | Buona |
Segnalazione se sei iscritto al percorso | Sì |
Bibliografia | L’abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Documenti storici, architettura, proprietà, a cura di W. Kurze - C. Prezzolini, Firenze 1988. - Stefano Del Lungo, Presenze abbaziali nell’alto Lazio. San Salvatore al Monte Amiata e le sue relazioni con l’abbazia di Farfa (secoli VIII-XII), Roma 2001. - Wilhelm Kurze, Studi toscani. Storia e archeologia, Castelfiorentino 2003, ad indicem. - Carlo Prezzolini, La Bibbia amiatina, «Rivista liturgica», n.s., 100, 2013, pp. 204-212. - Mario Marrocchi, Monaci scrittori. San Salvatore al Monte Amiata tra impero e papato (secoli VIII-XIII), Firenze 2014. |
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Sito web | www.abbaziasansalvatore.it |
Località | Abbadia San Salvatore (Siena, Toscana) |