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Monastero di Santa Maria di Pomposa

Italia, Codigoro (Ferrara, Emilia-Romagna)

Monastero di Santa Maria di Pomposa

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L’Insula Pomposiana, l’area in cui sorse l’abbazia, così era detta perché in origine circondata dalle acque del Po e del mare, che determinavano pertanto una condizione favorevole sia dal punto di vista climatico sia nella sicurezza e difendibilità del territorio. Il relativo isolamento e la presenza di boschi favoriva, inoltre, quel clima di solitudine e di laboriosità che sono elementi caratteristici del monachesimo benedettino, né va trascurata la prossimità della via Romea, del borgo di Codigoro e della città di Ferrara.

Un iniziale insediamento si ebbe già nel corso dei secoli VI-VII per iniziativa di monaci provenienti da Bobbio, ma la prima testimonianza scritta è un documento di papa Giovanni VIII dell’874, nel quale rivendicava la giurisdizione sull’abbazia contro le pretese del presule di Ravenna. Nel 981 Pomposa cadde sotto il controllo del monastero di San Salvatore di Pavia contesogli in seguito dall’arcidiocesi ravennate al tempo in cui ne era titolare Gerberto di Aurillac: proprio costui, divenuto papa col nome di Silvestro II, stipulò un accordo con l’imperatore Ottone III che, nel 1001, rese il monastero completamente libero pure dalla dipendenza con San Salvatore. Grazie a numerose donazioni, tra le quali una salina a Comacchio, l’ente accrebbe così la sua potenza e importanza, raggiungendo l’apice del suo sviluppo nel secolo XI, durante il quale il complesso monastico prese l’attuale aspetto, con la riconsacrazione della chiesa, l’edificazione del campanile e dei chiostri, la costruzione del Palazzo della Ragione di fronte al cenobio nel quale l’abate esercitava la giustizia civile.

Numerose furono le personalità illustri che vi soggiornarono, in particolare Pier Damiani e Guido d’Arezzo (il quale ideò qui la moderna notazione musicale), poi nel 1321 Dante Alighieri, che vi contrasse la malaria causa della sua morte. Già dal 1152, in effetti, era iniziato il declino dell’abbazia, a seguito di un’inondazione che avviò ampi fenomeni di impaludamento. Nel 1423 fu affidata in commenda, con la perdita progressiva di molti beni e il suo trasferimento in proprietà del cenobio ferrarese di San Benedetto (1496), fino alla soppressione decretata da Innocenzo X nel 1653 e l’uscita degli ultimi monaci nel 1671. Ne seguì il degrado degli edifici, acquistati all’asta nel 1802 dai marchesi Guiccioli che li impiegarono per le loro attività agricole, finché lo Stato italiano li espropriò tra il 1910 e il 1914, avviandone il restauro nel 1925-1930. Nel 1965 papa Paolo VI concesse al vescovo di Comacchio il titolo di abate di Pomposa, trasferito nel 1986 all’arcivescovo di Ferrara-Comacchio.

ANALISI FORMALE

Nell’attuale complesso monastico si conserva del cenobio – oltre al Palazzo della Ragione aggettante sui resti dell’antico chiostro con al centro il pozzo – la Sala Capitolare, con affreschi di allievo di Giotto del secolo XIV su tre pareti, e il refettorio, che presenta il più prezioso ciclo pittorico dell’abbazia: compiuto tra il 1316 e il 1320 e attribuito a Pietro da Rimini, è costituito al centro dal Cristo benedicente tra san Giovanni Battista, la Vergine, san Benedetto e san Guido (l’abate Guido degli Strambiati, morto nel 1146), ai lati da L’ultima Cena e dal Miracolo di san Guido. Tra questi due ambienti si trovava il dormitorio, ora adibito a Museo Pomposiano, in cui si trovano materiali marmorei, ceramiche e affreschi strappati provenienti dal complesso.

La chiesa abbaziale, dedicata alla Vergine, si trova a destra del monastero: il nucleo più antico (secoli VII-VIII), di ispirazione ravennate-bizantina, è stato mantenuto nelle trasformazioni successive, quando l’edificio a pianta basilicale con tre navate e tre absidi (aggiunti nel 1150: quello destro fu successivamente soppresso) fu allungato (secolo XI) con l’aggiunta di due campate e l’edificazione di un nartece con tre archi d’accesso, riccamente decorato secondo gusti orientaleggianti, che riprende nelle forme i westwerk carolingi. Il pavimento dell’edificio, in opus sectile di marmo (secoli VI-XII), è illustrato con elementi animali, vegetali e geometrici; sulle pareti gli affreschi trecenteschi di scuola bolognese raffigurano su più fasce storie dell’Antico, del Nuovo Testamento e dell’Apocalisse: in particolare, nella rappresentazione di alcuni cavalieri si colgono influenze francesi, specialmente per i loro riferimenti al tema folklorico della caccia selvaggia, così come nel bassorilievo del secolo XI si intravede quella cluniacense. Un grande angelo ricaccia il drago nell’abisso a chiusura del ciclo, vicino all’abside centrale, a sua volta decorato con affreschi di Vitale da Bologna, soprattutto un Cristo in maestà con angeli e santi alla cui destra è collocata la Vergine, l’abate committente Andrea, san Guido e nel registro sottostante gli Evangelisti, i dottori della Chiesa e le storie di sant’Eustachio, dalla sua conversione al martirio. Nella controfacciata è illustrato il Giudizio universale, secondo una prospettiva che fa capo più al Vangelo di Matteo che all’Apocalisse, la quale cosa allinea Pomposa con la tradizione iconografica avviatasi nel corso del secolo XII in Linguadoca e in Spagna, in cui si manifestava una nuova rappresentazione e comprensione dell’Evento Finale.

A fianco della navata sinistra, all’altezza dell’atrio, si eleva il maestoso campanile (48 metri) costruito in stile romanico-lombardo nel 1063: l’iscrizione su una lastra ci fa conoscere in Deusdedit l’architetto che lo ha progettato, con una struttura che prevede un progressivo aumento nel numero e nella dimensione delle finestre allo scopo di diminuire il peso della torre e di consentire una migliore diffusione del suono delle sue campane.

ROBERTO BELLINI

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Tour Location

Monastero di Santa Maria di Pomposa
Altri monumenti e luoghi da visitareChiesa di San Martino vescovo (Codigoro), Palazzo del vescovo (Codigoro), Chiesa dei Santi Pietro e Paolo apostoli (Mezzogoro), Numerosi monumenti di interesse a Ferrara
Eredità naturaleArea del Delta del Po
Valli di Comacchio
Ricreazioni storichePomposa imperialis abbatia (giugno)
Festival Of Tourist InterestPomposArte (marzo-ottobre nella palazzina dell’ufficio Informazioni)
Corrida degli scariolanti (marzo)
Festa della musica (21 giugno)
Musica Pomposa (luglio-agosto)
Sagra della patata (ultima domenica settembre)
Premio nazionale di poesia Caput Gauri (seconda domenica ottobre)
FiereNell’ambito del Pomposa imperiali abbatia
Festival della natura (settembre-ottobre)
Ufficio TuristicoUfficio Informazioni e accoglienza turistica presso l’abbazia
Guide specializzate
Visite guidateMarzo e aprile sabato 11 e 15, domenica 11.45 e 15. Ritrovo 10 minuti prima all’ufficio Informazioni
AlloggiHotel Oasi Bianca a Pomposa
RistorantiIn abbazia (ristoranteabbaziapomposa.it)
Mestiere
Bibliografia
Videos
Sito web
Monumento o luogo da visitareMonastero di Santa Maria di Pomposa
StileRomanico
TipoArchitettura monastica
EpocaVII-XIV secolo
Stato di conservazioneBuone
Grado di protezione legaleMinistero della cultura
Indirizzo di postaVia Pomposa centro 12, 44021 Codigoro (Ferrara)
Coordinate44°49′53.35″N 12°10′34.2″E
Proprietà, dipendenzaDirezione regionale Musei Emilia-Romagna
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti
Visita pubblica
Esigenze di conservazione
No
Orari e condizioni di visita
Martedì-domenica 8.30-19.30
Lunedì solo visita alla chiesa
Prenotazione obbligatoria per la visita guidata
Importo del biglietto
Visita individuale 5 euro (riduzioni domenica)
Visita guidata 8 euro
Lavori di ricerca in corso
AccessibilitàBuona
Segnalazione se sei iscritto al percorso
Si
Bibliografia
- Pomposia monasterium modo in Italia primum. La biblioteca di Pomposa, a cura di Giuseppe Billanovich, Padova 1994.
- Pomposa. Storia Arte Architettura, a cura di Antonio Samaritani - Carla Di Francesco, Ferrara 1999.
- Ruggero Benericetti, Gli arcivescovi di Ravenna ed il monastero di S. Maria di Pomposa nell’alto medioevo, «Benedictina», 64 (2017), pp. 7-43.
- Marcello Simoni, I misteri dell’abbazia di Pomposa. Immagini, simboli e storie, Milano 2017.
- L’abbazia di Pomposa. Un cammino di studi all’ombra del campanile (1063-2013). Atti della Giornata di studi pomposiani (Abbazia di Pomposa, sala delle Stilate, 19 ottobre 2013), a cura di Carla Di Francesco - Antonio Manfredi, Ferrara 2017.
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LocalitàCodigoro (Ferrara, Emilia-Romagna)