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Monastero e basilica di Sant’Ambrogio

Italia, Milano (Lombardia)

Monastero e basilica di Sant’Ambrogio

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Alle origini del monastero vi è la fondazione della basilica, edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo Ambrogio allo scopo accogliere le reliquie dei santi Protasio e Gervasio ma dal presule subito pensata come luogo della sua sepoltura.

Dedicata, pertanto, inizialmente ai martiri (basilica martyrum), assumerà l’attuale titolazione solo verso la fine dell’alto medioevo: nel frattempo, l’edificio sacro subì una serie di modifiche, le prime già nel secolo V a opera del vescovo Lorenzo, cui seguirono quelle promosse dal presule Angilberto II (824-859) e, soprattutto, la ristrutturazione complessiva dell’edificio secondo lo stile romanico voluta dall’arcivescovo Anselmo III tra il 1088 e il 1099.

Già nel 784 l’arcivescovo Pietro Oldrato aveva fondato il monastero, grazie soprattutto alla donazione nel 777 di beni fondiari da parte di Totone da Campione, che il presule trasferì al cenobio nel 789 con un diploma in cui stabiliva pure i precisi compiti spettanti alla comunità benedettina, ai quali la basilica fu sottoposta. Tale stretto legame favorì la rapida crescita del prestigio e del patrimonio del monastero, al quale si affiancò l’istituzione di una canonica, attestata formalmente nel 1029, che si divise con i cenobiti l’officiatura all’interno di rapporti non sempre facili, soprattutto tra l’epoca della riforma e i primi del secolo XIII.

Alla fine del Quattrocento per incarico dei monaci Donato Bramante progettò la nuova canonica e soprattutto realizzò i chiostri; nel 1497, però, ai benedettini subentrarono i cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle ma con l’avvio della riforma tridentina furono i canonici a costituire il principale riferimento per gli arcivescovi, che da parte loro rafforzarono il controllo sulla basilica. In età illuminista si avviò il declino delle due comunità: il capitolo canonicale fu soppresso nel 1798 dalla Repubblica Cisalpina e l’anno seguente stessa sorte toccò alla comunità monastica.

La basilica fu riaperta al culto e il capitolo ricostituito con la Restaurazione: Pio IX concesse ai prevosti l’uso della mitria e delle insegne pontificali, misure rese perpetue nel 1904 da Pio X, mentre parallelamente si avviarono lavori di ripristino dell’edificio alterato al suo interno dagli sviluppi barocchi sei-settecenteschi. Colpito gravemente dal bombardamento del 1943, nuovi restauri avviati negli anni Cinquanta la riportarono all’antico splendore, facendone ancora oggi uno dei monumenti più importanti di Milano.

ANALISI FORMALE

Il complesso di Sant’Ambrogio è costituito dalla basilica, dalla canonica e dal monastero. Quest’ultimo è collocato alla destra della chiesa, dove si eleva il campanile minore edificato al tempo di Angilberto II, e comprende i due chiostri bramanteschi, edificati in duplice ordine dorico e ionico di notevole altezza: oggi è la sede dell’Università Cattolica di Milano e al suo interno sono ancora visibili gli accessi alle stanze dei monaci. A sinistra della basilica è collocata la canonica, il cui campanile è stato eretto tra il 1128 e il 1144 con l’aggiunta, nel 1891, degli ultimi due piani: la struttura si sviluppa intorno a un portico, lungo il quale si trovano l’oratorio della Passione e la piccola chiesa di San Sigismondo, a pianta rettangolare con abside semicircolare.

Della basilica originale l’attuale ha mantenuto la pianta, che si apre con un quadriportico ad arcate (perlopiù seicentesco) un tempo riservato ai catecumeni e terminante con il nartece, dai quali archi proviene quasi tutta la luce interna alla basilica. La facciata, pure ad arcate, presenta due logge sovrapposte, dalla cui superiore l’arcivescovo benediceva i fedeli. Notevole è il portale dell’ingresso principale con una decorazione che illustra metaforicamente lo scontro tra bene e male, risolto grazie alla mediazione della Chiesa.

La struttura interna è a tre navate absidate senza transetto: nelle laterali si aprono numerose cappelle, frutto degli interventi di epoca barocca. Lungo la navata centrale è collocato, sulla sinistra, l’ambone contenente il sarcofago detto di Stilicone e istoriato con episodi della vita di Cristo e metaforici richiami alla fede. Sopra l’ultima campata della navata si eleva il tiburio edificato nel secolo XII, a pianta ottagonale e con logge a colonnine, mentre al termine si trova il presbiterio, sopraelevato per iniziativa del vescovo Lorenzo, sul quale è collocato l’altare di sant’Ambrogio realizzato da Vuolvino su committenza di Angilberto, impreziosito da un paliotto aureo con pietre incastonate per richiamare la presenza, al suo interno, delle reliquie di Ambrogio, Protasio e Gervasio in seguito trasferite nella cripta sottostante. Il manufatto è sormontato dal ciborio di epoca ottoniana, su quattro colonne in porfido rosso appartenenti all’edificio antico, istoriato da quattro altorilievi in stucco rappresentanti Cristo con Pietro e Paolo, Ambrogio con Gervasio e Protasio, i santi Benedetto e Scolastica.

Dietro l’altare è collocato il coro ligneo quattrocentesco sormontato dall’abside realizzato da Angilberto, che contiene un mosaico con il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant’Ambrogio i quali illustrano il rapporto stretto tra la Chiesa milanese e quella franca: nei tondi che lo completano sono riprodotte le sante Marcellina – le cui reliquie si trovano in una delle cappelle della navata destra – e Candida e san Satiro.

Sempre nella navata centrale, sulla sinistra, singolare è la presenza di una colonna con in cima un serpente in bronzo che si vorrebbe essere quello fuso da Mosè nel deserto: donato nel 1007 dall’imperatore bizantino Basilio II, a lui erano rivolte dalla devozione popolare preghiere per scacciare le malattie.

A Satiro, infine, è intitolata la cripta medievale collocata sotto il sacello di San Vittore – cappella codesta del secolo V e originariamente indipendente dalla basilica – a pianta trapezoidale, che ospitava le reliquie del santo e poi appunto di Satiro. La volta è ricoperta da un mosaico a tessere d’oro ove si ammira un busto di Vittore mentre sulle pareti, di colore blu intenso, sono raffigurati sei santi tra i quali Ambrogio, il cui ritratto è la sua più antica raffigurazione conosciuta.

ROBERTO BELLINI

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Información de la localidad

Monastero e basilica di Sant’Ambrogio
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Bibliografia
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Monumento o luogo da visitareMonastero e basilica di Sant’Ambrogio
StileRomanico con interni barocchi
TipoArchitettura monastica
EpocaXII-XV secolo, pianta del secolo IV
Stato di conservazioneBuone
Grado di protezione legaleBasilica minore romana
Indirizzo di postaPiazza Sant’Ambrogio 15, 20123 Milano
Coordinate45°27′45″N 9°10′33″E
Proprietà, dipendenzaDiocesi di Milano
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti
Visita pubblica
Esigenze di conservazione
Orari e condizioni di visita
Apertura: feriali 7.30-12.30 e 14.30-19; festivi 8-13, 15-20
Visite per i gruppi: feriali 10-12, 14.30-18; domenica 15-17 su prenotazione (recapiti sul sito della basilica)
Possibilità di visite guidate
Su appuntamento presso l’Università Cattolica i chiostri del Bramante
Importo del biglietto
Gratuito
Visite guidate 10 euro a persona
Tesoro della basilica: intero 2 euro, ridotto (comitive e studenti) 1 euro
Lavori di ricerca in corso
AccessibilitàBuona
Segnalazione se sei iscritto al percorso
Bibliografia
- Il monastero di S. Ambrogio nel Medioevo. Convegno di studi nel XII centenario: 784-1984, Milano 1988.

- Dal monastero di S. Ambrogio all’Università Cattolica, a cura di Maria Luisa Gatti Perer, Milano 1990.

- La basilica di S. Ambrogio: il tempio ininterrotto, a cura di Maria Luisa Gatti Perer, 2 voll. Milano 1995.
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Sito webwww.basilicasantambrogio.it
LocalitàMilano (Lombardia)