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Sacro Speco Origenes de Europa

San Benedetto di Subiaco/Sacro Speco

Subiaco (Roma, Lazio)

San Benedetto di Subiaco/Sacro Speco

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Nel II libro dei Dialogi Gregorio Magno racconta che un giovanissimo Benedetto decise, agli inizi del secolo VI, di ritirarsi a vivere presso una grotta che si trovava nella parete rocciosa del Monte Taleo, in prossimità di Subiaco, seguendo l’esempio dei padri anacoreti. Qui trascorse tre anni in solitudine per poi fondare, nella valle sublacense, dodici cenobi. Egli andò a vivere in un luogo poco distante, posto sulla riva destra dell’Aniene: questo fu il primo monastero, dedicato a San Clemente. Benedetto titolò a papa Silvestro un’altra abbazia, probabilmente ricavata da alcuni ambienti della villa di Nerone e collocata a 510 metri di altezza: essendo stato eretto attorno all’anno 520, si tratterebbe del più antico monastero benedettino al mondo. Nel secolo IX prese il nome di San Benedetto e Santa Scolastica e fu devastato dai saraceni, venendo presto riedificato per intervento dei pontefici Gregorio IV e Leone IV: la chiesa romanica fu consacrata da papa Benedetto VII nel 980, il campanile fu eretto nel 1052 dall’abate Umberto che ampliò pure il resto dell’edificio, ulteriormente ingrandito dagli abati Giovanni V e Romano, mentre il chiostro cosmatesco fu fatto realizzare dall’abate Lando.

Nel frattempo, già nel VI secolo la grotta era divenuta luogo di pellegrinaggio e a seguito di ciò, nella seconda metà del secolo XI, il beato Palombo ottenne da Romano il permesso di risiedervi come eremita. Ben presto altri si unirono a lui, sicché nel secolo XII anche in questo luogo fu edificato un cenobio, il quale seguiva l’andamento della parte rocciosa – racchiudendo in sé la grotta di Benedetto – e il cui priore dipendeva da Santa Scolastica. Si ebbero, pertanto, due monasteri ma un’unica comunità – salvo il periodo 1739-1853 – che fino al secolo XIII conobbe una forte espansione grazie soprattutto alla generosità dei pontefici, molti dei quali visitarono e soggiornarono nelle due istituzioni. Nel 1276 i papi si riservarono la nomina dell’abate, tuttavia i monaci iniziarono a diminuire e si ebbero episodi turbolenti che convinsero l’abate Bartolomeo III, nel 1363, a espellerne una parte chiamando nuovi adepti, in particolare tedeschi, i quali nel 1464 vi crearono la prima tipografia italiana. A cavaliere dei due secoli, intanto, la prima abbazia mantenne unicamente il titolo di Santa Scolastica e il Sacro Speco assunse quello di San Benedetto. Nel 1456 i due enti furono affidati in commenda da Callisto III, nel 1514 entrarono a far parte della congregazione cassinese, nel 1770 la chiesa di Santa scolastica fu ricostruita in forme neoclassiche su progetto di Giacomo Quarenghi. In epoca giacobina e napoleonica i monaci furono allontanati per diversi anni finché nel 1850 Pio IX affidò la commenda all’abate ligure Pietro Francesco Casaretto, il quale vi introdusse la sua riforma da cui ebbe inizio la congregazione che prese poi il nome di sublacense, oggi sublacense cassinese.

Nel 1915 Pio X soppresse la commenda riportando l’abbazia al diritto comune delle abbazie nullius. Bombardato nel 1944, il cenobio di Santa Scolastica fu poi restaurato nelle forme oggi visibili.

ANALISI FORMALE

Il complesso di Subiaco appare, dunque, costituito da due abbazie. Santa Scolastica si presenta come un insieme di edifici costruiti in epoche e stili diversi: l’ingresso, sul quale figura la scritta «Ora et labora» – la struttura è del XX secolo – introduce nel chiostro rinascimentale del secolo XVI, dal quale si passa al chiostro Gotico del secolo XIV e infine al chiostro Cosmatesco del secolo XIII. Il campanile è del XII secolo e la chiesa attuale di fine Settecento è l’ultima di ben cinque chiese stratificatesi lungo i secoli. Gli ambienti più importanti sono la biblioteca e il refettorio, il secondo situato nel lato ovest del chiostro Cosmatesco, un tempo sormontato dal dormitorio.

La prima, invece, conobbe un notevole arricchimento grazie alla nascita della tipografia, con incunaboli e di libri di grande valore, ed è sita sul lato nord del chiostro Gotico.

San Benedetto si raggiunge salendo una scalinata che attraversa il Bosco Sacro. Denominato anche «la Soglia del Paradiso», si trova a 650 metri d’altezza ed è sorretto da nove alte arcate, in parte ogivali. Si compone di due chiese sovrapposte il cui interno è un complicato labirinto di ambienti, chiesette e cappelle, talvolta ricavate dalla roccia, ricoperte da una preziosa decorazione a fresco di varie epoche. La chiesa superiore è la più recente costruzione: modificata più volte nel corso dei secoli, si presenta con due campate irregolari, la prima esterna di forma rettangolare tagliata, trasversalmente, da un arco, la seconda interna più piccola e più bassa della precedente. Da quest’ultima alcuni gradini costruiti nel 1853 conducono al transetto, mentre l’abside è completamente scavata nella roccia. Tutti gli ambienti appaiono splendidamente affrescati in ogni spazio disponibile: tra essi si ammira in particolare la Crocifissione, grandiosa opera del Maestro trecentesco del Sacro Speco, situata nella parete di fronte all’ingresso del monastero e completata, nei vari registri, da scene della vita di Cristo. Nella seconda campata, forse il nucleo originario della chiesa, gli affreschi sono di scuola umbro-marchigiana quattrocentesca e illustrano soprattutto episodi della vita di Benedetto: di uguale mano, infine, sono quelli delle numerose cappelle del transetto.

La chiesa inferiore fu costruita tra il 1244 e il 1276, in concomitanza con la ristrutturazione del Sacro Speco a opera dell’abate Enrico. L’edificio, a pianta rettangolare, è diviso in tre campate: la prima si trova nei pressi della Scala Santa, la seconda al suo stesso livello e a un livello più basso rispetto alla terza. Questa complessa architettura è stata concepita per fare in modo che i vari ambienti seguissero il declivio roccioso su cui è poggiato il monastero. Nell’accesso alla chiesa da quella superiore vi è un affresco di matrice bizantina di primo Duecento, sormontato da un dipinto coevo di Magister Consolus, cui va per altro attribuita, assieme ad artisti della sua scuola, la maggior parte dell’iconografia dell’edificio, in particolare la Madonna col Bambino nell’absidina della terza campata. I temi dei dipinti sono vari, perlopiù ovviamente attinenti a episodi della vita di Benedetto, così come nella Grotta la statua secentesca opera di Antonio Raggi, allievo del Bernini, raffigura il giovane Benedetto in preghiera, con le braccia sul petto e gli occhi rivolti alla croce.

Dalla chiesa inferiore si accede per una scala alla cappella di San Gregorio, dove si ammira il famoso ritratto di san Francesco ritenuto la prima nonché la sua più fedele raffigurazione: realizzato tre anni antecedenti alla sua morte, probabilmente in occasione del suo soggiorno a Subiaco nel 1223-1224 assieme al futuro papa Gregorio IX, presenta infatti un Francesco privo di stimmate e di aureola.

Sottostante alla cappella si trova quella della Madonna, risultato di un rifacimento del XIV secolo con affreschi riguardanti la vita della Vergine, e da essa si raggiunge la Scala Santa, una sola parte della quale appartiene alla struttura originaria: la illustrano in particolare tre dipinti raffiguranti L’incontro tra i tre vivi e i tre morti, La cavalcata della Morte e il Battesimo di Gesù, dovuti al trecentesco Maestro del Sacro Speco e a suoi collaboratori.

Infine, dalla chiesa superiore si accede a un ambiente esterno detto ‘cortile dei corvi’, nome dovuto al fatto che vi si allevavano alcuni corvi a ricordo dell’uccello che portò via il pane avvelenato che il prete Fiorenzo aveva offerto a San Benedetto allo scopo di ucciderlo, secondo il racconto di Gregorio Magno effigiato nella prima campata della chiesa inferiore. Qui è collocata un’edicola con una statua del santo, in marmo bianco, che lo rappresenta in atto di sollevare la testa per guardare le incombenti cime del monte Morra.

ROBERTO BELLINI

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    Tour Location

    San Benedetto di Subiaco/Sacro Speco (Subiaco, Lazio)
    Altri monumenti e luoghi da visitareRocca abbaziale, Borgo degli opifici, Basilica di Sant’Andrea, Chiesa di San Lorenzo, Chiesa della Madonna della Croce, Chiesa di San Francesco, Villa di Nerone, Museo civico archeologico, Villa di Traiano
    Eredità naturaleLago di San Benedetto
    Parco naturale regionale dei monti Simbruini
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    Festival Of Tourist InterestFestival dei cortei storici
    Fiere
    Ufficio TuristicoSul piazzale del monastero
    Guide specializzateNo
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    Bibliografia
    Videos
    Sito web
    Monumento o luogo da visitareMonastero di San Benedetto/Sacro Speco
    StileRomanico
    TipoArchitettura monastica
    EpocaXIII-XIX secolo
    Stato di conservazioneBuone
    Grado di protezione legalePolo museale della regione Lazio
    Indirizzo di postaLargo San Benedetto 1, 00028 Subiaco (Roma)
    Coordinate41°55′00.48″N 13°07′06.24″E
    Proprietà, dipendenzaCongregazione sublacense cassinese
    Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti
    Visita pubblica
    Esigenze di conservazione
    No
    Orari e condizioni di visita
    Tutti i giorni
    Mattino 9-12.30
    Pomeriggio:
    2 novembre-31 marzo 15-17.30
    1 aprile-1 novembre 15-18.30
    Ingressi regolati per la particolare conformazione della struttura.
    Prenotazione per i gruppi.
    La visita si effettua con le guide locali.
    Importo del biglietto
    Gratuito
    Lavori di ricerca in corso
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    Segnalazione se sei iscritto al percorso
    Si
    Bibliografia
    - Lo spazio del silenzio. Storia e restauri dei monasteri benedettini di Subiaco, a cura di Augusto Ricci - Maria Antonietta Orlandi, Subiaco 2004.
    - Maria Antonietta Orlandi, Cultura e spiritualità a Subiaco nel medioevo. La produzione libraria sublacense nei secoli X-XIII, s.l. [ma Subiaco] 2007.
    - Subiaco la culla della stampa. Atti dei Convegni (Abbazia di Santa Scolastica 2006-2007, a cura di Mario Segatori, Subiaco 2010.
    - Michele Sciò, L’abate Pietro Casaretto e i monasteri di Subiaco, «Studia monastica», 54 (2012), pp. 165-178.
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