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San Silvestro di Nonantola

Italia, Nonantola (Modena, Emilia-Romagna)

San Silvestro di Nonantola

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Già popolata durante l’età del bronzo, quest’area del Modenese vide susseguirsi varie civiltà fino alla fondazione della colonia romana nel 182 a.C., che è all’origine dell’attuale comune di Nonantola sulla sponda destra del fiume Panaro.

Nel 751 il re longobardo Astolfo donò al cognato Anselmo, al tempo del suo predecessore Ratchis duca del Friuli – ma più probabilmente di Ceneda – e poco tempo prima convertitosi a vita cenobitica, delle terre site al confine con l’Esarcato di Ravenna sulle quali egli fondò l’abbazia, in un luogo strategicamente rilevante dal punto di vista viario. Fu probabilmente partecipando all’assedio di Roma con Astolfo nel 755 che Anselmo potè portare nel monastero la reliquia di san Silvestro, cui esso fu intitolato dopo le antecedenti dedicazioni a Maria Vergine e a san Benedetto, reliquia tutt’oggi custodita nel cenobio.

Dopo la fine del regno longobardo strettissimo fu il legame di San Silvestro con i Carolingi, per i quali gli abati svolsero importanti compiti politici. Questo permise all’ente di acquisire vasti patrimoni in Emilia e in Toscana, ma San Silvestro fu particolarmente rilevante per l’attività culturale: il primo nucleo della biblioteca fu costituito dallo stesso Anselmo e notevole fu poi la produzione di manoscritti da parte dello scriptorium, la maggior parte dei quali è oggi conservata nel fondo Sessoriano della Nazionale di Roma.

Dopo una fase di crisi tra fine secolo IX e il X, il monastero riprese il suo sviluppo fino al declino tardomedievale: dal 1449 fu affidato in commenda (tra gli abati vi furono il futuro papa Giulio II e san Carlo Borromeo), quindi nel 1514 entrò nell’ordine cisterciense. Soppresso cenobio e diocesi nonantolana nel 1796, entrambe rinacquero nel 1815: dal 1821 l’abbazia ebbe come vescovo commendatario il presule di Modena, infine, con l’unione all’arcidiocesi modenese nel 1986, ebbe avvio l’attuale serie degli arcivescovi abati di Modena-Nonantola.

ANALISI FORMALE

L’incendio dell’890, il saccheggio degli ungari dell’899 e il terremoto del 1171 hanno comportato interventi di restauro dell’edificio, la cui costruzione si avviò già nel tardo secolo VIII. Attualmente del monastero rimangono solo alcuni resti del chiostro addossati al fianco meridionale della basilica, su due livelli (tre e quattrocenteschi) cui si è aggiunta una fornace ritrovata in una campagna di scavi condotta dall’Università Ca’ Foscari.

La basilica fu ricostruita nel secolo XI e nuovamente nel XVII, sotto l’abate commendatario cardinale Albani, assumendo un aspetto barocco che si volle eliminare con gli interventi del Novecento, per ridare alla chiesa il suo originale stile romanico. La facciata a salienti presenta sopra il portone d’ingresso una lunetta attribuita a Wiligelmo raffigurante Dio in trono affiancato da due angeli. Sugli stipiti sono effigiate storie dell’abbazia e della natività e infanzia di Cristo.

L’interno è a tre navate, divise da 64 colonne che presentano capitelli di stile diverso e sono terminate da grandi absidi: al termine della navata centrale si riconoscono i due livelli propri di questo tipo di architettura, il presbiterio nella parte alta e la cripta al di sotto del piano d’ingresso. Alla sinistra del portale il fonte battesimale ottagonale è un rifacimento novecentesco, che incorpora però elementi antichi e medievali. Nel presbiterio si trova l’altare maggiore dove sono conservate le reliquie di Silvestro: opera (1568-1572) di Jacopo Silla de Longhi, nelle sue otto lastre marmoree illustra episodi della vita del santo papa. Dietro l’altare, infine, è collocata la cattedra del vescovo.

La cripta, una delle più ampie tra le chiese romaniche di tutta Europa, fu edificata nel secolo XI, interrata a inizio Quattrocento per le infiltrazioni d’acqua e riaperta solo nel 1913-1917 a seguito dei restauri. All’interno dell’altare sono deposte le reliquie degli altri sei santi venerati a Nonantola, tra i quali il fondatore Anselmo e il papa Adriano III, che qui si incontrò con l’imperatore Carlo il Grosso e venne poi sepolto.

Al suo interno, l’edificio sacro conserva alcuni pregevoli manufatti artistici: nella navata sinistra il monumento a monsignor Natale Bruni, promotore dell’intervento novecentesco; nell’abside sinistra una statua in terracotta raffigurante san Bernardo di Clairvaux (secolo XVI), la quale ricorda il passaggio all’ordine cisterciense; pendente nell’abside maggiore il crocifisso realizzato da p. Angelo Bertini nel 1914, che riproduce il famoso affresco di Santa Maria Antiqua a Roma; un crocifisso ligneo del XV secolo, di grande espressività, mentre la croce pure in legno risale al XVII secolo; l’affresco su tre livelli del secolo XV, attribuito alla scuola modenese degli Erri; l’organo settecentesco opera di Domenico Traeri.

Negli spazi che ospitarono il monastero, a poca distanza dalla chiesa, si trova oggi il Museo, suddiviso in sale tematiche che raccolgono preziosi reperti appartenenti al tesoro abbaziale (uno dei più ricchi d’Italia), alcune delle oltre 4500 pergamene dell’archivio (sito al primo piano del palazzo abbaziale), i tre codici dello scriptorium ancora qui conservati, i dipinti dell’abbazia e della diocesi.

ROBERTO BELLINI

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Información de la localidad

San Silvestro di Nonantola
Altri monumenti e luoghi da visitareTorre dei Bolognesi (sede del Museo comunale), Torre dei Modenesi, Pieve di San Michele Arcangelo, Chiesa di Santa Maria fuori le Mura (o Santa Filomena)
Eredità naturaleOasi Torrazzuolo
Ricreazioni storiche
Festival Of Tourist InterestMostra permanente La partecipanza agraria di Nonantola (palazzo della Partecipanza agraria)
Mostra I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola 1942-43 (Museo di Nonantola)
Fiere
Ufficio TuristicoRecapiti telefonici ed e-mail sul sito del monastero
Guide specializzate
Visite guidate
Alloggi5 alberghi a Nonantola
RistorantiNumerosi punti di ristoro a Nonantola
Mestiere
Bibliografia
Videos
Sito web
Monumento o luogo da visitareMonastero di San Silvestro di Nonantola
StileRomanico
TipoArchitettura monastica
EpocaXI secolo (ricostruzione novecentesca)
Stato di conservazioneBuone
Grado di protezione legale
Indirizzo di postaVia Guglielmo Marconi 3, Nonantola (Modena)
Coordinate44°40′40.58″N 11°02′37.14″E
Proprietà, dipendenzaArcidiocesi di Modena-Nonantola
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti
Visita pubblica
Esigenze di conservazione
Orari e condizioni di visita
Basilica: tutti i giorni 9.30-17.30
Museo: tutti i giorni 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica anche 14.30-18; lunedì chiuso
Possibilità di visite guidate domenica pomeriggio alle 15
Importo del biglietto
Accesso libero alla basilica. Museo: 5 euro
Lavori di ricerca in corso
AccessibilitàBuona
Segnalazione se sei iscritto al percorso
Bibliografia
- Nonantola nella cultura e nell’arte medievale. Atti della Giornata di studio (18 maggio 1991), Nonantola 1993
- Don Francesco Gavioli e la storiografia nonantolana del Novecento. Atti della Giornata di studio (sabato 14 ottobre 2000), Nonantola 2001
- Il monachesimo italiano dall’età longobarda all’età ottoniana (secc. VIII-X). Atti del VII Convegno di studi storici sull’Italia benedettina: Nonantola (Modena), 10-13 settembre 2003. A cura di Giovanni Spinelli, Cesena 2006, ad indicem
- Paolo Golinelli, Nonantola. I luoghi e la storia, Nonantola 2007
Domenico Cerami, Il colto e l’incolto. L’abate Rodolfo I (1002-1035) e l’abbazia di Nonantola, Modena-Nonantola 2017.
Gelichi S. – Librenti, M., 2007: “Ricerche archeologiche su una grande abbazia altomedievale: San Silvestro di Nonantola”, Monasteria et territoria. Elites, edilicia y territorio en el Mediterraneo medieval (siglos V-XI), Madrid, 337-348.
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LocalitàNonantola (Modena, Emilia-Romagna)