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Santa Maria di Farfa

Italia, Fara in Sabina (Rieti, Lazio)

Santa Maria di Farfa

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Sorto in un’area popolata già in età preistorica, il comune di Fara in Sabinia sorge sull’omonimo colle a seguito di una fondazione probabilmente longobarda. Il suo territorio è attraversato dal fiume Farfa da cui l’abbazia ha preso il nome. Secondo la leggenda sarebbe stata edificata tra il 560 e il 570 da san Lorenzo l’Illuminatore su un sito pagano: devastata dai longobardi, fu riedificata da Tommaso da Moriana (in effetti primo abate secondo il Regestum Farfense) a seguito di una miracolosa visione nel 680 e, protetta dal duca spoletino Faroaldo II e poi dai Carolingi, conobbe una rapida espansione, nonostante il saccheggio saraceno dell’898, che la portò ad accumulare un vasto patrimonio. Adottata la riforma cluniacense a cavallo del Mille, il monastero fu sempre vicino agli imperatori fino al concordato di Worms (1122): il suo declino si avviò nell’epoca successiva fino all’affidamento alla commenda, durante la quale, nel 1567, entrò nella congregazione cassinese di Santa Giustina ma nei due secoli successivi la crisi proseguì e culminò nella soppressione del 1861.

Alcuni monaci, tuttavia, rimasero come custodi e a loro il conte Volpi cedette la parte dell’edificio entrata in suo possesso: ciò permise la rinascita della vita religiosa a partire dal 1920, grazie all’iniziativa del futuro vescovo di Milano Ildefonso Schuster, che vi inviò un gruppo di monaci.

ANALISI FORMALE

L’attuale monastero conserva ancora dei resti di epoca carolingia e medievale, in particolare la base del campanile (dove sono stati rinvenuti affreschi del periodo) e del muro perimetrale con le sue caratteristiche lesene, nonché altri reperti visibili all’interno del cenobio: tra essi, la lapide riguardante l’abate Sicardo (832-847) rinvenuta nel 1959 nella chiesa, che ancora la utilizzava. Il resto del campanile è di epoca successiva, benché porti tracce del westwerk tipico dei territori centrali dell’impero, a prova del legame del cenobio con i sovrani tedeschi.

La chiesa abbaziale, attraverso la quale si entra nel complesso, risale al secolo XV: la facciata è a salienti ed ha al centro un portale sopra il quale si ammira un affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Benedetto e Scolastica. L’interno della chiesa presenta una struttura a croce latina con tre navate divise da archi a tutto sesto. La controfacciata è interamente ricoperta dall’affresco del Giudizio universale eseguito da Dirck Barends nel 1561. Nell’abside poligonale si trova il coro monastico in legno, anch’esso in stile barocco come il resto della chiesa, mentre l’altare maggiore è collocato davanti all’abside, al termine del transetto, ed è sormontato da un ciborio alla cui cuspide si ammira il bassorilievo dell’Assunzione di Maria. Il notevole organo a canne è stato costruito nel 1927. All’interno dell’edificio pitture riconducibili ai fratelli Zuccari, a Orazio Gentileschi e alla sua bottega, a Hendrik van der Broek (secoli XVI-inizio XVII).

Dalla chiesa abbaziale si entra nel monastero: alla fine del corridoio è sito il refettorio con affreschi di Vincenzo Manenti (secolo XVII), poi si trova la sala del capitolo, illustrata dai dipinti di Francesco Veròla il cui studio si trova nello stesso borgo di Farfa.

Oltre al piccolo chiostro ‘longobardo’ nel cenobio è presente il chiostro grande edificato nel Seicento, dal quale è visibile l’ingresso della cripta appartenente alla basilica medievale. Da esso si accede alla Biblioteca, elevata nel 1964 a ente statale, nella cui sala espositiva sono esposti alcuni dei manoscritti preziosi qui conservati. Nelle sale del Museo monastico, infine, sono tra l’altro collocate 12 scene e altre illustrazioni tratte dal Chronicon Farfense di Gregorio da Catino, una delle principali personalità che hanno vissuto nel cenobio (secolo XII), esemplate dallo scenografo e illustratore genovese Emanuele Luzzati.

ROBERTO BELLINI

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Información de la localidad

Santa Maria di Farfa
Altri monumenti e luoghi da visitareCollegiata di Sant’Antonino Martire (parrocchiale di Farfa) e le chiese di San, Giacomo e di Santa Chiara, Monastero delle clarisse eremite, Palazzi nobiliari nel borgo, Siti archeologici nelle vicinanze del borgo (città preromana, ruderi di San Martino)
Eredità naturaleRiserva naturale di Nazzano, Tevere-Farfa
Ricreazioni storiche
Festival Of Tourist InterestFestival organistico farfense
Fiere
Ufficio TuristicoRecapiti telefonici ed e-mail sul sito del monastero
Guide specializzate
Visite guidate
AlloggiForesteria per singoli ospiti o gruppi solo a scopi di spiritualità
4 hotel nel borgo
RistorantiCaffetteria-Taverna del monaco ed Erboristeria in monastero
Numerosi punti di ristoro nel borgo
MestiereBotteghe artigiane nel borgo
Bibliografia
Videos Youtube
Sito web
Monumento o luogo da visitareMonastero di Santa Maria di Farfa
StileResti medievali (carolingio, romanico, gotico) / Barocco
TipoArchitettura monastica
EpocaIX-XIII secolo / secoli XV-XVII
Stato di conservazioneBuone
Grado di protezione legaleMonumento nazionale (1928)
Indirizzo di postaVia del Monastero 1, 02032 Fara In Sabina (Rieti)
Coordinate42°12′16.66″N 12°43′07.27″E
Proprietà, dipendenzaCongregazione sublacense cassinese
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti
Visita pubblica ma solo con personale dell’abbazia
Esigenze di conservazione
Orari e condizioni di visita
Mattina: 10.00 - 11.00 - 12.00
Pomeriggio (ora legale): 15.30 - 16.30
Pomeriggio (ora solare): 15.00 - 16.00
Lunedì chiuso
Importo del biglietto
Prenotazione necessaria per gruppi sopra 10 persone. Costo del biglietto: 5 euro per persona, 4 euro per i gruppi parrocchiali con sacerdote al seguito. Altre possibili condizioni da concordare
Lavori di ricerca in corso
AccessibilitàBuona
Segnalazione se sei iscritto al percorso
Bibliografia
- Umberto Longo, ‘voce’ Gregorio da Catino, «Dizionario biografico degli italiani», 59 (2002), coll. 254-259.
- Farfa abbazia imperiale. Atti del Convegno internazionale (Farfa - Santa Vittoria in Matenano, 23-29 agosto 2003). A cura di Rolando Dondarini, Negarine di San Pietro in Cariano, 2006.
- Susan Boynton, Shaping a monastic identity. Liturgy and history at the imperial abbey of Farfa, 1000-1125, Ithaca-London, 2006.
- Anselmo Lipari, Il beato Placido Riccardi. Monaco e profeta di Dio, Palermo 2008.
- Spazi della preghiera, spazi della bellezza. Il complesso abbaziale di Santa Maria di Farfa. A cura di Isabella Del Frate, Roma, 2015.
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