Santi Pietro e Andrea della Novalesa
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Il territorio in cui si trova l’abbazia è la val Cenischia, percorrendo la quale si giunge al colle del Moncenisio. Il paese di Novalesa nacque, infatti, come borgo di strada lungo la via Francigena nel tratto che conduceva al passo, il che ne assicurò lo sviluppo assieme alla fondazione del cenobio.
Quest’ultimo fu edificato proprio di fronte all’abitato, in mezzo ai prati del versante ovest, il 30 gennaio 726 per iniziativa di Abbone di Susa e Moriana, nell’ambito della strategia franca di controllo dei valichi alpini. Fu Abbone a nominare il primo abate, Godone, mentre da Pipino il Breve e Carlo Magno l’ente ottenne numerosi privilegi e possedimenti, che si estendevano fino al basso Piemonte e all’entroterra ligure. Nell’817 resse il monastero Benedetto di Aniane, tra l’820 e l’845 raggiunse poi la sua massima fioritura sotto l’abbaziato di sant’Eldrado. Nel 906 l’abbazia fu distrutta dai saraceni, che catturarono e uccisero due tra i pochi monaci rimasti nell’edificio, in seguito per questo venerati come martiri (Giusto e Flaviano).
Riedificato nella prima metà del secolo XI dall’abate Gezone di Breme (dove i monaci novalicensi si erano rifugiati), il monastero dette vita con altri abitati della valle a una circoscrizione ecclesiastica autonoma protrattasi per alcuni secoli. Affidato in commenda nel secolo XV, nel 1664 ai benedettini subentrarono i cluniacensi, che lo ressero fino alla loro espulsione nel 1798, decretata dal governo provvisorio francese.
Dopo la caduta di Bonaparte i monaci tornarono all’abbazia, che si unì nel 1821 alla congregazione cassinese, ma nel 1855 fu nuovamente soppressa dal governo sabaudo: gli edifici furono messi all’asta e tramutati in centro termale fino al 1972, quando la provincia di Torino li acquistò e li concesse alla congregazione sublacense, la quale li ripopolò con monaci provenienti dal cenobio veneziano di San Giorgio. In tale maniera si ricostituì la vita monastica e questo permise di mettere nuovamente in risalto l’importanza storica e artistica del monumento.
ANALISI FORMALE
L’abbazia della Novalesa comprende, innanzi tutto, la chiesa e, alla sua destra, il monastero, il quale conserva tracce degli edifici antecedenti alle ricostruzioni sette e ottocentesche. Vi si accede attraverso un portale che immette in un portico con loggiato e si sviluppa attorno a un cortile centrale, in cui sono visibili le due ali del chiostro cinquecentesco. Al loro incrocio si eleva il campanile, edificato tra il 1725 e il 1730 e alto oltre 22 metri.
Nell’antico refettorio monastico e nel portico è oggi ospitato il Museo archeologico, attivo dal 2009 e affidato alla
gestione del Centro culturale diocesano di Susa, nel quale sono conservati i reperti rinvenuti nella campagne di scavo che hanno interessato l’area del cenobio dal 1978 fino ai giorni nostri. Il Museo si articola in quattro sezioni, la prima collocata nel portico con materiali lapidei di epoca romana e di maggiori dimensioni. Di rilievo la seconda sezione dedicata al restauro del libro, attività praticata nel laboratorio annesso all’abbazia, mentre la terza ospita testimonianze attinenti alla storia del monachesimo e alla vita dei monaci. L’ultima sezione, come le due antecedenti sita nel refettorio, conserva varie tipologie di manufatti: oggetti di vita quotidiana, frammenti di statue, iscrizioni funerarie, parti di sarcofaghi, elementi architettonici e frammenti di affreschi di periodo tardo gotico in precedenza collocati nella chiesa, raffiguranti santi benedettini e profeti e attribuiti ad Antoine de Lonhy (seconda metà del secolo XV).
L’attuale chiesa abbaziale è in stile barocco settecentesco ed è stata costruita in luogo di un precedente edifico romanico dell’XI secolo, di cui sono testimonianza alcuni affreschi tra i quali La lapidazione di santo Stefano. Strutturata in un’unica navata con volta a botte e due cappelle laterali, è occupata per metà dal presbiterio con un altare maggiore in marmo di fattura moderna sormontato da un crocifisso ligneo e chiuso da un’abside semicircolare.
Qui era collocato anche il coro dei monaci che tuttavia, come molti arredi sacri, è stato trasferito in altre sedi dopo la soppressione ottocentesca: nello specifico, il coro è oggi sito nella parrocchiale di Sant’Ippolito a Bardonecchia mentre altri oggetti di oreficeria e arte sacra, in particolare la cassa reliquiario lignea di Sant’Eldrado (secolo XII), si trovano nel Museo di arte sacra, allocato presso la parrocchia di Novalesa.
Completano il complesso monastico quattro importanti cappelle site nel parco abbaziale e dedicate a Santa Maria (secolo VIII, con rifacimenti dell’XI), San Salvatore (metà secolo XI), San Michele (secoli VIII e IX) e soprattutto Sant’Eldrado, dove sono presenti due rilevanti cicli di affreschi di fine secolo XI, i quali rappresentano episodi della vita del titolare e di san Nicola di Bari.
ROBERTO BELLINI
Información de la localidad
Santi Pietro e Andrea della Novalesa
Altri monumenti e luoghi da visitare | Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Protomartire con annesso Museo diocesano d’arte sacra, Locanda medievale, Casa degli affreschi, Museo etnografico (lungo la via Francigena), Incisioni rupestri |
Eredità naturale | Cascate della Novalesa Informazioni su percorsi e itinerari sul sito del comune |
Ricreazioni storiche | |
Festival Of Tourist Interest | Processione con l’Arca argentea di sant’Eldrado (13 marzo) Sagra della patata e della toma (settembre) |
Fiere | Fiera degli ‘antichi mestieri’ (Ferragosto) |
Ufficio Turistico | Sul sito dell’abbazia |
Guide specializzate | Sì |
Visite guidate | Sì |
Alloggi | Foresteria monastica su prenotazione per singoli e gruppi per condividere la vita del monastero Alberghi: La Posta, La Chiocciola, El Dorado Bed and breakfast: Strada Antica, La Ressia |
Ristoranti | Alpi La Posta |
Mestiere | |
Bibliografia | |
Videos | |
Sito web |
Monumento o luogo da visitare | Monastero dei Santi Pietro e Andrea della Novalesa |
Stile | Romanico e barocco |
Tipo | Architettura monastica |
Epoca | Secoli VIII-XI, XVI e XVIII |
Stato di conservazione | Buone |
Grado di protezione legale | Certificazione Herity (2010) |
Indirizzo di posta | Borgata San Pietro 4, 10050 Novalesa (Torino) |
Coordinate | 45°10′46.06″N 7°00′31.39″E |
Proprietà, dipendenza | Città metropolitana di Torino - congregazione sublacense cassinese |
Possibilità di visite da parte del pubblico generico o solo di specialisti | Visita pubblica |
Esigenze di conservazione | No |
Orari e condizioni di visita | La chiesa è aperta tutti i giorni. Possibilità e orari di visita dell’abbazia variano secondo il periodo dell’anno, le condizioni metereologiche e le caratteristiche dei visitatori. Consigliata la prenotazione, obbligatoria per gruppi e scuole. Informazioni sul sito dell’abbazia e su turismotorino.org |
Importo del biglietto | Offerta libera |
Lavori di ricerca in corso | |
Accessibilità | Buona |
Segnalazione se sei iscritto al percorso | Si |
Bibliografia | - La Novalesa. Ricerche, fonti documentarie, restauri. (Atti del Convegno-dibattito, 10-12 luglio 1981), 2 voll., Novalesa 1988. - Luigi Provero, L’abbaziato di Eldrado a Novalesa e il confronto con la società valsusina (secolo IX), «Bollettino storico-bibliografico subalpino», 99 (2001), 381-404. - Giovanni Lunardi, L’abbazia della Novalesa cade in commenda (sec. XV), in Monastica et humanistica. Scritti in onore di Gregorio Penco O.S.B., a cura di Francesco G. B. Trolese, Cesena 2003, 273-285. - Gisella Cantino Wataghin - Eleonora Destefanis, L’abbazia di Novalesa tra il secolo XI e il XIII nel quadro delle istituzioni monastiche contemporanee: fonti scritte e fonti archeologiche, in Attraverso le Alpi: S. Michele, Novalesa, S. Teofredo e altre reti monastiche. Atti del Convegno internazionale di studi (Cervère - Valgrana, 12-14 marzo 2004), a cura di Frederi Arneodo - Paola Guglielmotti, Bari 2008, 73-94. - Sofia Uggé, Abbazia di Novalesa. Il Museo archeologico, Novalesa 2012. |
Videos | Youtube Youtube |
Sito web | abbazianovalesa.org wikipedia.org comunenovalesa.to.it |
Località | Novalesa (Torino, Piemonte) |